giovedì 28 novembre 2013

L'Incanto di Hesse



Qualche anno fa ebbi la fortuna di "incappare" tra gli acquerelli di Hesse in mostra a Fiesole, sua dimora elettiva.

Un autentico incanto.

Ma più della presenza estetica mi lasciò folgorato questa Sua didascalia:
per timore che "evaporasse", la trascrissi subito nel mio taccuino di viaggio.
Così mi riaffiora oggi, similmente ad uno dei Suoi delicatissimi paesaggi interiori.




"Ha fallito nella vita colui che è invecchiato

senza aver trovato

nulla di oggettivo, 

nulla che sia al di sopra di se stesso 

e delle proprie preoccupazioni,

nulla di assoluto o di divino da venerare,

servendo il quale

egli avrebbe 

dato un senso

alla propria

esistenza"




Hermann Hesse



Note:

Da giovane, Hesse intraprese numerosi viaggi in Italia che lo portarono per quattro volte a Firenze e Fiesole, località che descrisse “luogo di pace come un’immagine da sogno” e “caro come pochi altri al mondo”. È lì che lo avrebbe colpito per la prima volta “l’incantesimo del Sud”, come scrive nel suo diario del 1901.

I suoi soggiorni non si limitarono solo al centro di Fiesole, che raggiungeva per lo più a piedi da San Domenico, ma vagabondò anche per le colline di Settignano e Vincigliata, affascinato dalla vegetazione, dalla vista e dalle persone che conobbe.

Queste esperienze italiane fecero sì che, anni più tardi, Hesse eleggesse a sua patria il cantone più meridionale della Svizzera, il Ticino, dove trascorse 43 anni della sua vita.

Da questo rigoglioso paesaggio, il poeta fu ispirato alla pittura. Colorati acquerelli espressionisti testimoniano il suo amore per la natura e per la cultura contadina.





Hermann Hesse
Montagnola, 1928
(acquerello)

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