giovedì 24 dicembre 2015

A come Aldus



Aldo (Pio) Manuzio, Aldus Pius Manutius, di cui quest'anno ricorre il Cinquecentenario della scomparsa, nacque a Bassiano (Latina) tra il 1449 e il 1452 e morì nella Venezia in pieno Rinascimento il 6 febbraio 1515. È stato il più geniale editore, tipografo-umanista italiano. È ritenuto - a ragion veduta - il più grande tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno. Introdusse numerose innovazioni nell'ambito dell'arte grafica destinate a segnare la storia della tipografia (post Gutenberg) fino ai nostri giorni, al punto da elevarla ad Arte: come (e solo) la A di Aldus poteva significare.


Aldo Manuzio in un dipinto di Bernardino Loschi

Il contributo forse più rilevante di Aldo Manuzio alla moderna cultura della scrittura fu la definitiva sistemazione della punteggiatura. Il punto come chiusura di periodo, la virgola, l'apostrofo e l'accento impiegati per la prima volta nella loro forma odierna, nonché l'invenzione del punto e virgola (neppure Totò sarebbe rimasto immune! Ma sì, abbondiamo;)


Manuzio è considerato anche l'ideatore del carattere corsivo (corsivo italico o "aldino"). Il corsivo si chiama italique in francese e italics in inglese proprio perché fu Lui ad introdurlo tra i suoi "tipi". Ricordatelo, quando andrete sulla tastiera del vostro personal a cercare l'italico! Esecutore di questo primo corsivo fu l'incisore dell'officina di Aldo, Francesco Griffo. 
I libri di Manuzio si riconoscevano 
dall'inconfondibile marchio 
con un'ancora e un delfino 
che chiudono una 
impaginazione 
tipicamente 
a goccia.
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Per i suoi volumi Aldo introdusse, nell'editoria di cultura, il cosiddetto "formato in ottavo", fino ad allora usato solo in talune operette a carattere religioso; diverse dal manoscritto e dagli incunaboli dell'epoca per maneggevolezza, portabilità e per le ridotte dimensioni, 
le edizioni "Aldine" sono state a tutti gli effetti il precursore dei libri tascabili odierni. 
Il nuovo formato fu presto adottato in tutta Europa, quello che per i francesi è il pamphlet.


Qualche anno fa ebbi la fortuna di dedicare una mostra monografica alla figura di Aldo Manuzio,
che allestimmo nelle sale del Castello dei Conti Guidi di Poppi (Arezzo).
Tra le meraviglie esposte, ebbi il privilegio di toccare con mano il libro ritenuto a tutt'oggi "il più bello" e anche "il più misterioso al mondo": Il Polifilo. 



Una pagina della Hypnerotomachia Poliphili, detta "Polifilo", di Francesco Colonna (1499).
Una delle rarissime copie superstiti è conservata nella Biblioteca degli Intronati di Siena.


Della strabiliante eredità culturale, umanistico-estetica, di Manuzio ha raccolto il testimone il nostro Giovan Battista Bodoni (di cui al personalissimo ed elegantissimo "carattere" che oggi si dice font), al quale il contemporaneo Franco Maria Ricci ha dedicato la sua opera più bella: BODONI, appunto.
Ma questa è tutta un'altra storia, o meglio... la nostra Storia!


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