venerdì 8 gennaio 2016

GIOTTO dei Miracoli




Credette Cimabue ne la pittura 
tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, 
sì che la fama di colui è scura.

"Divina Commedia" - Purgatorio, Canto XI



Quel che è certo di Giotto è la data della dipartita, l'otto di gennaio del 1337 e il luogo: la "sua" Firenze.
Tutto il resto, a partire dal giorno della nascita, appartiene al mistero. Può sembrare strano a prima vista ma, per quanto sia stato uno tra i più studiati e celebrati pittori di tutti i tempi, la sua vicenda è tutt'altro che chiusa.

Giotto di Bondone - forse diminutivo di Ambrogio o Angiolo - comunemente conosciuto  come Giotto (Vespignano nel Mugello, 1267 circa - Firenze, 8 gennaio 1337) è stato molto di più del pittore-architetto che tutti conosciamo. Ancora prima di Leonardo Da Vinci, Egli ha profondamente rivoluzionato l’arte italiana, rendendola moderna, abbandonando lo stile bizantino e riscoprendo i modelli dell’antichità classica e romana. Giotto ha rappresentato con la pittura quello che Dante Alighieri ha fatto con la lingua italiana: ha precorso la Storia, unificando - culturalmente - l'Italia!



Ma la cosa curiosa è come sia riuscito, ancora giovanissimo (appena ventenne), a infrangere l'adagio evangelico "nemo propheta acceptus est in patria sua" proprio nella Città del Giglio, famosa per essere la tomba de' pittori vivi! Il suo precocissimo, prodigioso talento s'è trasformato prestissimo in "talenti". Fama e "fiorini", gloria e ricchezza lo hanno accompagnato parimenti alla meraviglia che ha saputo donarci e di cui ancora ci ricolma.




Altra unicità, della singolare vicenda umana del "nostro", pare sia stata la famiglia, numerosa, solida e unita come rarissimamente è accaduto nella storia dell'Arte. Insomma: "A chi ha sarà dato...", e a Giotto la "Grazia" non ha fatto sconti!

C'è un altro aspetto a mio giudizio ancora poco indagato e assai interessante: quello riguardante il Suo spiccato senso dell'umorismo e dell'autoironia, dote che rileva e sottolinea la sua capacità di introspezione dell'animo umano fino agli esiti più profondi e inquietanti della nostra condizione terrena (a tutt'oggi i suoi virtuosismi pittorici sono oggetto di sperticate battute di stampo boccaccesco-vernacolare!).


Giotto, come pochi altri, ha saputo cogliere il dolore e la dolcezza, la tenerezza e la tristezza, creando un ponte privilegiato tra il Cielo e la terra. Un po' come la scala nel Genesi:

"Sognò di vedere una scala
che poggiava sulla terra,
mentre la sua cima
raggiungeva il cielo"


Particolarmente toccante è l'attenzione di Giotto verso "La Vergine": una vertigine d'inenarrabile meraviglia!


Giotto, Polittico di Santa Reparata, 1310 ca., recto - dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore (Firenze) - Firenze, Opera di Santa Maria del Fiore - foto Nicolò Orsi Battaglini


Giotto, Polittico di Santa Reparata, 1310 ca., verso - dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore (Firenze) - Firenze, Opera di Santa Maria del Fiore - foto Nicolò Orsi Battaglini


Della mostra a Lui dedicata a Milano, allestita nelle sale di Palazzo Reale, dal titolo "Giotto, l'Italia", mi garba - per usare un termine tanto caro a noialtri toscani - di condividere alcune delle meraviglie su tavola (riunite ed esposte eccezionalmente per l'occasione) che qui di seguito merita ammirare. È uno scialo di bellezza che ci accompagna e ci consola: un privilegio da custodire nel profondo del cuore.


Giotto, Dio Padre in trono (particolare), 1303-05 ca. - dalla cappella degli Scrovegni, Padova, Musei Civici di Padova, Museo d’arte medievale e moderna


Giotto, Polittico Stefaneschi (particolare)



Giotto, Polittico Stefaneschi, verso, secondo decennio del Trecento - dalla Basilica di San Pietro, Città del Vaticano, Musei Vaticani - Servizio Fotografico dei Musei Vaticani.

Giotto, Polittico Stefaneschi, recto, secondo decennio del Trecento - dalla Basilica di San Pietro, Città del Vaticano, Musei Vaticani - Servizio Fotografico dei Musei Vaticani.





Giotto, Polittico Baroncelli, 1330 ca. - dalla Basilica di Santa Croce, cappella Baroncelli (Firenze) 


Giotto, Polittico di Bologna, 1332-34 ca. - dalla Rocca di Galliera (Bologna), Bologna, Pinacoteca Nazionale

1 commento:

Unknown ha detto...

Grande Paolo anch'io sono un appassionato di Giotto!
Credo che il suo Masterpiece sia la Cappella degli Scrovegni a Padova