Beati i Costruttori di Armonie!
E il riferimento corre, senza esitazione, con convinzione, cognizione di causa e gratitudine a coloro che sapientemente sanno fare della propria vita un dono di armonia intessuto del talento che fruttifica e si esprime nei loro stessi strumenti.
I liutai, costruttori di armonie che verranno raccolte e amplificate dal sentimento di chi - musicista, compositore o appassionato della più nobile delle arti - vibrerà esso stesso come strumento musicale avvolto nella medesima tensione alla bellezza.
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L'arte della liuteria è un'attività in cui l'Italia eccelle da almeno cinquecento anni e che è vivissima tutt'oggi nelle botteghe artigiane che hanno avuto in Cremona il suo epicentro creativo. Dal capostipite Andrea Amati agli esiti geniali di Antonio Stradivari, Giuseppe Guarneri del Gesù e Carlo Bergonzi che hanno elevato la liuteria ad arte sopraffina la cui maestria costituisce un vanto per il nostro Paese che conserva una tradizione riconosciuta e invidiata nel mondo; un primato da preservare e custodire come valore ed esempio alle generazioni a venire.
Una splendida iniziativa, la mostra dedicata ai "Costruttori di Armonie", che l'Auditorium di Milano ha ospitato insieme a laboratori e incontri d'alto livello del settore, che coglie nel segno e porta alla luce un'attività così poco nota e preziosa. Portare dai legni raccolti in Val di Fiemme - "gli abeti risonanti" - alle corde più profonde dell'anima, sentimenti, emozioni, passioni che ci pervadono e alle quali non possiamo rinunciare, è una missione sublime!
Una condizione che ci aiuta a riconoscere la nostra natura e riconoscersi in essa; quella di strumenti da tener accordati per la musica che vogliamo e possiamo suonare (e ascoltare), individualmente o in orchestra, nella formazione da camera (se si tratta degli affetti), d'archi, come i luoghi del quotidiano vivere o della più grande orchestra del mondo cui apparteniamo.
Emanuele Zamponi © |
E, per riconciliarci con il sogno, piuttosto che conciliarci il sonno, quale migliore idillio poteva offrirci Gustav Mahler se non l'Adagietto della sua Sinfonia n.5;
un incanto di sonorità, un messaggio d'amore universalmente rivolto alle profondità
dell'animo umano in perfetta risonanza
con i sogni di cui siamo intessuti.
con i sogni di cui siamo intessuti.
"Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto,
e sempre più mi parve di capire che ciò che dà valore e piacere alla nostra esistenza
non è altro che la nostra capacità di sentire".
(Hermann Hesse)
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