Cari esseri umani, uomini e donne, l'alternativa di un futuro di valori, cultura e civiltà è nelle nostre scelte, nelle nostre speranze...
Così termina (e riapre la questione) l'articolo, apparso su "Libertà" del primo settembre scorso, di Augusto Gughi Vegezzi intorno al mistero e al fascino intrigante della Madonna Sistina di Raffaello Sanzio.
Nessun pittore esaminò l'animo della "ragazza Maria", come (solo) lui ha saputo indagare; un capolavoro d'introspezione che ritrae una ragazza piena di vita, energica, esuberante, una forza della natura ma non come le figure greco-romane. Qui Raffaello ha creato una Maria donna integrale, che ha una carnalità vibrante insieme a un'interiorità intensa, vive non nell'eternità della gloria dei cieli, ma anima e corpo, qui e ora, il suo tempo e luogo preciso (deciso n.d.r.).
Cammina, marcia avanti, col suo carico fisico e simbolico, in missione, guardando con i suoi neri occhi pensosi il futuro redento.
Lo scrittore Grossman considera questa immagine "la più atea che ci sia" dedicandole pagine di struggente bellezza. Per lui questa Maria è rivoluzionaria ma in senso diverso, differente, nel senso della rivoluzione cristiana. Raffaello intuisce tutto questo e lo esprime straordinariamente.
Nel suo capolavoro pone in evidenza il rovesciamento del senso del tempo; ne sottolinea la cesura epocale tra il tempo di prima e quello che viene (e che non sarà più lo stesso!), la fine del tempo statico e dell'antichità e l'inizio di quello dinamico della nostra civiltà ponendolo - questa è la vera novità - in braccio alla "ragazza Maria". La rivoluzione del tempo e la riconciliazione fuse in un unicum di divina genialità, come un sorriso da cui si spalanchi il cielo.
E ancora Vasilij Grossman ne esalta il senso carismatico e universalmente umano di questa creatura destinata a segnare tutte le generazioni a venire e, nell'epoca della deriva in progress, ci viene in soccorso dicendo:
"quanto la vita deve essere preziosa e magnifica, e che non c'è forza al mondo in grado di costringerla a trasformarsi in qualcosa che, benché assomigli esteriormente alla vita, non è più vita. La forza della vita, la forza di ciò che è umano nell'uomo, è immensa, e la violenza più potente non può asservire questa forza, essa può solo ucciderla".
"La bellezza della Madonna è saldamente legata alla vita terrena. È democratica, umana; è la bellezza di tante, tantissime persone – gialli con gli occhi a mandorla, gobbi con il naso lungo, neri con i capelli crespi e le labbra tumide. È universale. La Madonna è anima e specchio dell’uomo e chiunque la guardi coglie in Lei l’umano: è l’immagine del cuore materno, per questo la sua bellezza è intrecciata, fusa in eterno con la bellezza che si cela – profonda e indistruttibile – ovunque nasca e cresca la vita – nelle cantine, nei solai, nei palazzi e nelle topaie".
"Madonna Sistina", Raffaello Sanzio |
È curioso notare come di questo dipinto siano divenuti famosi - ancora più dell'insieme - gli angioletti pensierosi ai piedi della composizione prospettica dell'opera. Trovo oltremodo geniale il fatto di rappresentare il bisogno che abbiamo di sdrammatizzare che Raffaello ha saputo cogliere in un gesto, quello degli angeli, di compassionevole, universale umanità. Quel sentimento di comprensione e partecipazione alla nostra comune natura di creature fatte "per seguir virtute e canoscenza".
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