Woody Allen, con impareggiabile slang linguistico, pare abbia detto:
"la lingua è quell'organo sessuale che alcuni degenerati usano per parlare!"
Battute a parte, posso dire a voce alta: amo la mia lingua, sì, l'ITALIANO !
Ho un'infinità di motivi per amarla, tra i quali la sua musicalità. Vi par poco? Sì, l'italiano "suona bene!"
E non comprendo chi si ostina a bistrattarla, immemore del valore immenso, della ricchezza culturale che per il nostro Paese rappresenta.
Chissà perché il profilo panoramico di una città debba dirsi skyline, piuttosto che profilo; il termine lavoro (sempre più "a termine" in luogo di "a progetto") si chiami job, come il cagnolino isterico della nevrotica vicina di turno!
L'italiano (ben prima, molto prima dell'Italia) è lingua da XI (undici) secoli ! L'italiano medio stenta a riconoscerlo, inciampando nei tranelli neo-linguistici di stampo esterofilo, sprofondando nel ridicolo dei neologismi da reception o spending review, perdendo di vista un patrimonio inestimabile: la propria MADRE LINGUA !
Ma c'è di più, state a sentire...
Facciamoci del male. Forza, continuiamo a usare espressioni ridicole, rubate all'inglese e pronunciate in modo imbarazzante, per far vedere quanto noi italiani siamo "uomini di mondo" (battuta di rara grandezza dell'amato Totò).
Facciamoci del male, di nuovo. Ripetiamo come dei pappagalli che la lingua italiana non ha un ruolo internazionale. (...)
Mentre gli italiani hanno il complesso di comunicare al mondo la bellezza e la grandezza della propria cultura e della propria lingua, (...) gli stranieri e gli italiani nel mondo - e l'argentino Bergoglio è il meraviglioso incrocio delle due cose - non hanno alcun tremore nel dire pane al pane e italiano all'italiano. Al pari di tanti stranieri di ogni nazione e idioma, Francesco (Papa Francesco) ricorre alla nostra lingua per rivolgersi al mondo perché sa perfettamente quanto essa sia amata nel mondo. Sa che "suona bene!".
Forse non per caso la musica lirica e la grande opera parlano italiano da trecento anni di fila. Forse non per caso negli sport più popolari del pianeta, dal Calcio alla Formula 1, la lingua italiana è spesso lingua di comunicazione tra giocatori, corridori, dirigenti di paesi diversi. Forse non per caso l'italiano risulta l'ottava lingua più usata per Facebook, oltreché lingua viva, piacevole, studiata, perfino storpiata negli ambiti più coinvolgenti della vita di tutti: dal cibo alla moda, dalla musica al cinema, ai cartoni animati...
La scoperta del valore e della diffusione dell'italiano spetta solo agli italiani d'Italia, gli unici che ancora non sanno o non vogliono sapere.
Finché gli italiani non si libereranno dal complesso di non voler apparire quel che essi sono, ossia una grande nazione, finché non saranno consapevoli della percezione che il mondo ha dell'Italia, infinitamente migliore e più libera di quella nella quale gli italiani hanno imprigionato se stessi, la svolta non arriverà.
L'italiano per amore, ecco la scelta degli altri. Quando anche gli italiani impareranno a volersi bene, quando anche gli italiani avranno il piacere di condividere col mondo e con orgoglio la loro storia millenaria, non ci sarà bisogno del tenero e grandioso omaggio a Dante ad opera di un Papa argentino nella lontana Corea.
Federico GUIGLIA
(estratto da: "madrelingua", luglio-settembre 2014)
Disegno di Tullio Pericoli |
Ho un'infinità di motivi per amarla, tra i quali la sua musicalità. Vi par poco? Sì, l'italiano "suona bene!"
E non comprendo chi si ostina a bistrattarla, immemore del valore immenso, della ricchezza culturale che per il nostro Paese rappresenta.
Chissà perché il profilo panoramico di una città debba dirsi skyline, piuttosto che profilo; il termine lavoro (sempre più "a termine" in luogo di "a progetto") si chiami job, come il cagnolino isterico della nevrotica vicina di turno!
L'italiano (ben prima, molto prima dell'Italia) è lingua da XI (undici) secoli ! L'italiano medio stenta a riconoscerlo, inciampando nei tranelli neo-linguistici di stampo esterofilo, sprofondando nel ridicolo dei neologismi da reception o spending review, perdendo di vista un patrimonio inestimabile: la propria MADRE LINGUA !
Ma c'è di più, state a sentire...
Facciamoci del male. Forza, continuiamo a usare espressioni ridicole, rubate all'inglese e pronunciate in modo imbarazzante, per far vedere quanto noi italiani siamo "uomini di mondo" (battuta di rara grandezza dell'amato Totò).
Facciamoci del male, di nuovo. Ripetiamo come dei pappagalli che la lingua italiana non ha un ruolo internazionale. (...)
Mentre gli italiani hanno il complesso di comunicare al mondo la bellezza e la grandezza della propria cultura e della propria lingua, (...) gli stranieri e gli italiani nel mondo - e l'argentino Bergoglio è il meraviglioso incrocio delle due cose - non hanno alcun tremore nel dire pane al pane e italiano all'italiano. Al pari di tanti stranieri di ogni nazione e idioma, Francesco (Papa Francesco) ricorre alla nostra lingua per rivolgersi al mondo perché sa perfettamente quanto essa sia amata nel mondo. Sa che "suona bene!".
Forse non per caso la musica lirica e la grande opera parlano italiano da trecento anni di fila. Forse non per caso negli sport più popolari del pianeta, dal Calcio alla Formula 1, la lingua italiana è spesso lingua di comunicazione tra giocatori, corridori, dirigenti di paesi diversi. Forse non per caso l'italiano risulta l'ottava lingua più usata per Facebook, oltreché lingua viva, piacevole, studiata, perfino storpiata negli ambiti più coinvolgenti della vita di tutti: dal cibo alla moda, dalla musica al cinema, ai cartoni animati...
La scoperta del valore e della diffusione dell'italiano spetta solo agli italiani d'Italia, gli unici che ancora non sanno o non vogliono sapere.
Finché gli italiani non si libereranno dal complesso di non voler apparire quel che essi sono, ossia una grande nazione, finché non saranno consapevoli della percezione che il mondo ha dell'Italia, infinitamente migliore e più libera di quella nella quale gli italiani hanno imprigionato se stessi, la svolta non arriverà.
L'italiano per amore, ecco la scelta degli altri. Quando anche gli italiani impareranno a volersi bene, quando anche gli italiani avranno il piacere di condividere col mondo e con orgoglio la loro storia millenaria, non ci sarà bisogno del tenero e grandioso omaggio a Dante ad opera di un Papa argentino nella lontana Corea.
Federico GUIGLIA
(estratto da: "madrelingua", luglio-settembre 2014)
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