La semplicità è molto di più dell'accettazione di sé. Significa essere con se stessi, con infinita benevolenza.
"Sulla semplicità" di Alexandre Jollien
Capperi, su muro a secco
Questa immagine che ho impresso nell'obiettivo risale ad una sosta di cammino in Casentino, un luogo al confine (e di confine) nella più apocrifa e riposta Terra di Toscana.
E mi aiuta a ricordare quello che scriveva in "Umano, troppo umano" - a proposito della semplicità - un insolito Nietzsche: Un modo di vivere semplice è oggi difficile: c'è bisogno per esso di molta più riflessione e inventiva che persone anche molto valenti non abbiano. È complicato essere semplice, sembra dire! È complicato restare nudi di fronte alla vita, rincara la dose Alexandre Jollien. "Tutto avviene come se la nostra mente lavorasse dal mattino alla sera a complicare l'esistenza, a fare paragoni, ad attendere circostanze che non arriveranno mai, a rimpiangere un passato che è passato per sempre. Condurre una vita semplice significa abbandonarsi a tutto.”
Insomma, la mente si dà da fare per creare problemi dove non ce ne sono! Così conclude e ci indica Jollien: "Cominciare una vita semplice significa domandarsi che cos'è centrale nella propria vita: i problemi, le irritazioni, le tensioni? E poi vivere, semplicemente. La semplicità è molto di più dell'accettazione di sé. Significa essere con se stessi, con infinita benevolenza.”
Cercare la semplicità, l'abbandono, la gioia che sono già dentro di noi. La felicità, dunque!
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