La cosa che vi sembrerà, in prima battuta, ancora più strana è che ne sono felice anzi, di più: mi entusiasma!
Intendiamoci, non sono mica diventato masochista. Ma la cosa mi rallegra.
Le ragioni sono evidenti, vista la situazione in cui versa la "cultura"
e - più in generale - l'aria che tira nel nostro Paese...
la facciata del Teatro Fraschini, Pavia |
Sarà per il fatto che il pessimismo è un lusso che non posso permettermi (trovo più salutare e igienico vedere il lato pieno della bottiglia), ma riscontrare che il Teatro Fraschini di Pavia è sistematicamente "pieno" è un dato assolutamente confortante.
Senza entrare nel merito delle scelte di cartellone, è un dato che - per una città di provincia alle porte della megalopoli Milano - fa piacere e consola.
Mi risulta che quest'anno ricorra il ventennale della riapertura di questo autentico gioiello dei Galli-Bibiena, architetti scenografi toscani che hanno lasciato in Pavia, Bologna e Mantova (solo per citarne alcuni) esempi di straordinaria bellezza: il Teatro Fraschini è uno di questi.
uscita dal Teatro Fraschini
A parte il fatto che per i biglietti posso sempre rimediare - last minute - o ricorrendo, d'ora in avanti, più comodamente alla prenotazione on line, con un po' di buon senso, lungimiranza e (molta) buona volontà questo Paese può tornare a recitare la sua parte.
p.s.: a proposito, qualche altro dato:
(...)
L’industria culturale italiana vale 76 miliardi di euro e coinvolge 440 mila imprese.
Dire che con la cultura non si mangia è un controsenso!
(...)
Mi permetto - una volta di più - di credere:
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